Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Yehoshua Abraham
Titolo: Fuoco Amico
Editore: Einaudi
Duetto" è l’appropriato sottotitolo che il grande scrittore israeliano ha dato al suo ultimo romanzo "Fuoco amico": i paragrafi del libro si alternano con le due voci dei protagonisti, a formare un dialogo muto, ma denso di attese e di emozioni.
Daniela e Yaari sono due coniugi sessantenni di Tel Aviv, molto legati tra loro da un rapporto di complicità e di totale confidenza. Lui è un ingegnere esperto in ascensori, lei un’insegnante di letteratura inglese. All’inizio del libro, Daniela sta per partire per l’Africa, dove trascorrerà una settimana ospite del cognato, vedovo della sua unica sorella morta in seguito al dolore straziante provocato dalla perdita dell’unico figlio, ucciso per errore da un commilitone. Il rapporto tra i due durante la settimana di lontananza si ribalta: lui si occuperà dei problemi quotidiani a cui non è abituato, e scoprirà segreti e difficoltà presenti nella sua stessa cerchia familiare. In Africa, Daniela si confronterà invece con realtà diverse, impreviste, che metteranno a dura prova le sue certezze, rivelandole aspetti sconosciuti di se stessa, delle sue convinzioni ed abitudini mentali.

Il racconto di Yehoshua è straordinariamente ricco di spunti letterari, religiosi, politici, culturali, consegnandoci uno spaccato della realtà israeliana che ci svela la mentalità della parte più progressista degli abitanti di quel paese più di quanto sarebbe in grado di fare un saggio sociologico. La lingua, la sintassi, la costruzione del romanzo ci rivelano ancora una volta quanto l’autore sia uno dei maggiori narratori del nostro tempo.

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